Biblioshare è una piattaforma gratuita peer to peer: gli utenti devono registrarsi e, per usufruire dei libri, devono a loro volta mettere a disposizioni degli altri utenti i propri titoli. Per il momento il servizio è attivo solo in due comuni: Rogoredo Santa Giulia e San Donato Milanese. Gli iscritti in totale sono 150 e i titoli a disposizione dei lettori sono oltre 9mila. Per ora non c’è nessuna app di Biblioshare e tutto si basa sul passaparola. Biblioshare ha un solo grande obiettivo, un’operazione culturale, diffondere cioè la lettura nei quartieri rafforzando il rapporto tra gli abitanti di una stessa zona.
Obiettivo importante in un contesto culturale come quello italiano. A gennaio 2015 l’Istat ha rivelato che in Italia nel 2014, oltre 23 milioni 750 mila persone da 6 anni in su hanno dichiarato di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti. Rispetto al 2013, però, la quota dei lettori è scesa dal 43% al 41,4%. Meno di 1 italiano su 2 legge un libro all’anno.
Il 48% delle donne ha letto almeno un libro in dodici mesi, mentre per gli uomini la percentuale scende al 34,5%. A questi dati vanno aggiunti quelli presentati dall’Aie (Associazione Italiana Editori) alla Buchmesse di Francoforte qualche giorno fa, secondo cui nei primi otto mesi del 2015 il mercato librario ha visto un crollo di quasi il 2% di fatturato a cui si aggiunge un -4,6% delle copie vendute. Ma il dato davvero preoccupante svelato riguarda i dirigenti e i professionisti italiani: il 39,1% di loro non apre neanche un libro in un anno (Aie). Tra questi, anche i politici. Per Federico Motta, presidente Aie, «la verità è che la classe dirigente, politica ma non solo, non sa nemmeno cos’è un libro.Viviamo nella società della conoscenza, dove la capacità competitiva del paese risiede nella sua cultura. Con questi dati siamo destinati al declino».