La dieta, la sana alimentazione, ormai sono fattori quotidiani indispensabili. Ogni giorno infatti si entra in argomento giusta nutrizione, cosa è corretto e cosa è sbagliato mangiare. E via con le varie ipotesi, con le differenti diete ad oggi esistenti e con la propria teoria. Però l’alimento che ci sta più a “cuore” è il grasso. Quasi per tutti da scartare a causa della sua incidenza su malattie cardiache e sul peso corporeo. Ed invece Stefano Erzegovesi, specialista in Scienze dell’Alimentazione presso il centro Disturbi alimentari del San Raffaele di Milano, spiega che “usare i grassi tutti i giorni, senza eccedere e scegliendo quelli più adatti al clima e stile di vita, aiuta il cervello a funzionare meglio”.
Entriamo nel dettaglio, andiamo a conoscere meglio i “nostri” grassi. Partiamo dai grassi idrogenati, presenti in quantità non elevata nella carne e nei latticini ed attraverso un processo di “idrogenazione” anche nelle torte e nei biscotti (per favorirne la data di conservazione). Da evitare in maniera assoluta. Possono, ad esempio, innescare malattie cardiovascolari o ictus.
Grassi monoinsaturi: hanno ottime qualità e dovrebbero essere inseriti in tutti i regimi alimentari. Si trovano nell’olio d’oliva, olio di colza, mandorle, arachidi, avocado. Il loro è un effetto positivo sull’aumento del colesterolo “buono” e favoriscono la riduzione di cardiopatie e ictus o di patologie degenerative come la demenza.
Grassi polinsaturi: ovvero gli Omega 3 e gli Omega 6. Non vengono prodotti dall’organismo e devono essere inclusi in una sana alimentazione, tant’è che sono definiti “acidi grassi essenziali”. Si possono trovare negli oli vegetali (mais, girasole), nei pesci grassi (sgombri, trote, sardine, salmone). Il consiglio è di bilanciare gli Omega 6 con gli Omega 3, in pratica tutti gli oli di origine vegetale con il pesce azzurro. Usare la giusta quantità.
Grassi saturi: Per moltissimi anni erano considerati il male assoluto all’interno di una corretta alimentazione, per la loro capacità naturale di innalzare il colesterolo e quindi ostruire le arterie. Oggi sono rivalutati questi grassi, per Erzegovesi “non fanno male, le tradizioni dei Paesi con climi meno temperati, sia molto caldi sia molto freddi, ci dicono che l’uso di questi grassi è strettamente collegato al tipo di vita che facciamo (es: Paesi nordici – burro o strutto vanno bene; Paesi tropicali – prodotti a base di palma e cocco vanno bene). Giusto è limitarli se viviamo in un clima temperato e con scarsi livelli di attività fisica”.