Avanza la banda ultralarga nel nostro Paese. A certificarlo è il Rapporto I-Com 2017 su reti e servizi di nuova generazione, presentato a Roma.
La Puglia è la regione con la maggior percentuale di copertura delle unità immobiliari: 87%, ossia 15,5 punti percentuali oltre la media nazionale che si attesta al 72,3%. A seguire il Lazio, dove in media oltre una unità immobiliare su cinque è raggiunta dalla rete e grandi passi in avanti – evidenzia il report – sono stati compiuti in Basilicata, dove solo un’abitazione su due risultava raggiunta dalla rete di ultima generazione, dato oggi pari al 73% (solo 1 punto di scarto rispetto alla Lombardia).
In generale le regioni del Sud sono quelle messe meglio: Calabria 79%, Sicilia (79%) e Campania (78,4%). Fanalino di coda resta la Valle d’Aosta, con copertura di solo il 24,3%: appena 3 punti in più rispetto a un anno fa. In Abruzzo, Molise, Sardegna e Trentino-Alto Adige la situazione risulta migliorata, ma la copertura che si registra è ancora inferiore al 50%.
Per quanto concerne invece il numero di comuni coperti da almeno uno dei tre operatori, Toscana e Sicilia sono le due regioni con la più ampia copertura di comuni – la prima con l’83,2%, la seconda col 70,8%. E rispetto allo scorso anno – fa notare l’I-Com il numero di comuni raggiunti dalla rete di ultima generazione è cresciuto notevolmente, raggiungendo un totale, a livello nazionale, di 3.524 comuni (43,8%).
In Italia la copertura è passata dal 43,9% al 72,3%, un salto in avanti notevole che va quasi a chiudere il gap rispetto alla media europea. L’indice Ibi (I-Com Broadband Index) vede in pole position la Danimarca (con 100 punti in qualità di best performer) seguita da Svezia (99,6) e Lussemburgo (99,3). Gli analisti segnalano i progressi della Lettonia e della Spagna. L’Italia resta invece nella parte bassa della classifica: è cresciuta di una posizione rispetto all’edizione 2016, dalla 23a alla 22esima e ha ridotto di oltre cinque punti la distanza dal Paese leader, grazie soprattutto ai miglioramenti sul piano dell’offerta digitale fissa, dove la copertura è arrivata, come detto al 72,3%, riducendo a soli 3,7 punti, il gap rispetto alla media europea.