Se le smart watch arrancano, le fitness band sembrano in continua ascesa. Sarà perché tenersi in forma e mangiare sano sono due dei credo del nuovo millennio, sarà perché fa figo ostentare la propria sportività, fatto sta che le band dedicate agli sportivi, da prodotto di nicchia, si sono trasformate in un gadget irrinunciabile.
Da discreto sportivo e curioso di tecnologie del reale, ho voluto testare a fondo una fitness band per valutarne l’effettiva utilità. La scelta non poteva non cadere sulla band più pop e democratica del mercato, nonché tra quelle di maggior successo.
Parlo della Mi Band 2 di Xaomi, un bracciale fitness dal design minimalista, che introduce due importanti innovazioni rispetto al suo modello precedente (anch’esso indiscusso best-seller). La MiBand2 porta con sé uno schermo oled monocromatico e un sensore del battito cardiaco.
Ma come si comporta la Mi Band 2 nel quotidiano? Ne riassumo in breve pregi e difetti e lo dico subito: per il prezzo, vale la pena acquistarla.
Partiamo con i punti deboli: il sensore del battito cardiaco. L’intenzione di Xiaomi era commovente, cioè una fitness band iper-completa per meno di 40€: purtroppo i buoni intenti, spesso si trasformano in nulla di fatto. Il sensore ha una sensibilità non adatta a chi fa sport, a meno che non siate disposti a rinunciare alla circolazione sanguigna verso la vostra mano (il sensore funziona discretamente solo quando è a stretto, stretto contatto con il polso). Altro limite: la misurazione cardiaca è spot, cioè va attivata manualmente e si riferisce a un lasso di tempo di pochi secondi, quindi risulta totalmente inutile per monitorare l’andamento del battito cardiaco durante l’attività fisica prolungata; a meno che non siate disposti a pigiare continuamente sul tasto funzionale touch, che al terzo tocco, farà partire la misurazione del battito cardiaco. In sintesi, un sensore poco efficiente e troppo piccolo (troppo ridotta la superficie di contatto con la pelle) che non serve a nulla nei contesti sportivi in cui avrebbe senso usarlo.
Passiamo alle note positive. Resta l’ottima durata della batteria, che, senza l’uso del sensore cardiaco (e dubito che lo userete molto), sfiora il mese con una singola ricarica: wow! L’introduzione dell’oled monocromatico è la vera novità utile di questo modello: lo rende finalmente indipendente dal nostro smartphone. In qualsiasi istante, con uno o due tocchi, sappiamo quanti km abbiamo percorso e quante calorie abbiamo bruciato fino a quel momento. Anche la funzione orologio è comoda: i pixel luminescenti (si vedono al buio) si accendono automaticamente alzando il polso, mostrando l’orario (il sensore di movimento “intuisce” la rotazione del polso in circa il 90% dei casi).
Ultima osservazione, in palestra, con ellittiche e tapis roulant è meglio toglierla: il sensore va in palla e non riesce a calcolare correttamente le calorie bruciate. Come nel modello precedente, la precisione del sensore di movimento è ottima nella camminata e nella corsa su strada: andare su modelli più cari non vi darà scarti di accuratezza considerevoli.
La Xaomi Mi Band 2 è un progetto di mezzo, con innovazioni concrete e una bozza di funzioni più avanzate, che speriamo di vedere compiute nel prossimo modello (uscita prevista tra Q1 e Q2 del 2017). Per il momento, dato il prezzo sempre più attraente, potete tranquillamente farci un pensierino se volete entrare nel mondo delle fitness band.
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