Il 22 settembre 2016 si celebra il primo #fertilityday, la giornata celebrativa volta alla sensibilizzazione sul tema della fertilità e sul rischio della diminuzione delle nascite. La campagna pubblicitaria del Ministero della Salute ha raggiunto l’obiettivo di attirare l’attenzione pubblica, ma negativamente. Si sono, infatti, scatenate tantissime polemiche su tutti i social e giustamente sono stati più volte tirati fuori temi legati alle politiche sociali che potrebbero davvero dare la possibilità di creare una famiglia.
Frasi come “la bellezza non ha un’età, la fertilità si” o ” la fertilità é un bene comune”, hanno ovviamente scatenato l’ira delle donne. E una domanda che forse pochi si sono posti é “ma gli uomini?” Sono completamenti assenti dalle cartoline, che avrebbero fatto tutto un altro effetto se fossero state ironiche.. il problema invece é che sono serie e che offendono non solo chi sceglie consapevolmente di non avere figli, ma anche chi li ha, gli uomini, le donne..
Perché una scelta di coppia che dovrebbe essere fatta con amore, viene ridotta ad una corsa per evitare di arrivare ad un’età nella quale non sarà più possibile procreare. La donna rappresenterebbe un corpo da usare e l’uomo sarebbe un suppellettile.
Tra le controcampagne più ironiche, non poteva mancare quella della Ceres. Il social media manager ironizza sul fatto che per nove mesi la donna non potrà bere, invitandola a riflettere sulle conseguenze (Twitter e Facebook).