Tiene sempre banco in Italia e nel resto del mondo il tema dell’uso terapeutico della cannabis. Oggi affrontiamo l’argomento da un punto di vista prettamente economico.
Uno studio del 2016 condotto da due ricercatori del Department of Public Administration and Policy dell’Università della Georgia ha dimostrato come l’impatto della legalizzazione della marijuana terapeutica sia positivo anche sui bilanci del servizio sanitario USA.
Nel dettaglio i ricercatori hanno preso in considerazione i farmaci ottenuti con un contributo dal sistema di assicurazione sanitaria pubblica per gli ultra 65enni (la cosiddettà “part D” del programma Medicare) ed hanno verificato come l’uso dei farmaci di cui la cannabis è una valida alternativa clinica è fortemente diminuito negli stati dove è stata implementata la regolamentazione legale della cannabis terapeutica.
La diminuzione di spesa per il programma Medicare e per i suoi iscritti è stata stimata nel 2013 in ben 165,2 milioni di dollari. La disponibilità della cannabis terapeutica quindi, non solo ha un effetto significativo sulla diminuzione delle prescrizioni di farmaci come gli oppioidi, ma anche un effetto positivo sulla spesa pubblica per farmaci.
In Italia proprio in questi giorni, la Camera ha approvato l’articolo 1 della legge per la legalizzazione della cannabis per uso terapeutico. Il testo adesso è atteso in Senato. Dal testo sono stati respinti gli emendamenti che chiedevano la legalizzazione della cannabis tout court e quelli che avrebbero introdotto la possibilità di autoproduzione della pianta da parte dei malati. Ricordiamo che nel nostro Paese dal 2014, nello stabilimento farmaceutico militare di Firenze si producono infiorescenze per preparati galenici.