Ansia da prestazione. In questo momento particolare di crisi economica ed occupazionale, dove non esiste più il posto fisso o l’assistenzialismo statale che ha pervaso la nostra nazione negli anni passati, l’ansia gioca un ruolo fondamentale. I giovani oggi sono alla ricerca di lavoro stabile, di posizioni che possano permettere loro di pensare ad un futuro di breve termine quanto meno. E quindi ogni mattina appena svegli e dopo una buona colazione, via si parte. Si accendono i computer e si smanetta senza sosta. Ogni sito di aziende, banche, multinazionali, agenzie interinali, concorsi, ricerche attive di lavoro, vengono tartassati da tantissimi utenti, giovani e non, alla ricerca della posizione aperta ideale da ricoprire. In attesa della fatidica chiamata o mail di convocazione per il colloquio conoscitivo e/o motivazionale.
E finalmente quando la buona notizia è giunta, per un cittadino su un mille che ce la fa (cit. Morandi), arriva la seconda botta d’ansia, condita da domande esistenziali. Ed ora, cosa mi chiederanno ? Sarò pronto? Come devo vestirmi ? Barba (per uomini), capelli ? Non è facile rispondere a tutte le domande, ma una cosa è certa, esistono alcuni modi per mettere in retta via il colloquio. Magari poi non avrete il contratto da firmare, però acquisirete la giusta esperienza e tornerete a casa a testa alta, anche se comprensibilmente amareggiati. I primi minuti sono fondamentali, la regola del 4 per 10. Molto si potrebbe giocare nei primi 4 minuti, nei primi 10 passi (dove si noterà il portamento), nelle prime 10 parole (dove si valuterà la sicurezza ed il linguaggio utilizzato). Soluzione: rimanere seduti in maniera composta ed argomentare utilizzando la gestualità in maniera non circense. Guardare il responsabile della selezione per il 70% del tempo, dimostrando interesse senza ansia.
Ed alla domanda cruciale, perché dovremmo scegliere lei ? Anche qui risposta semplice, ma non banale. Inutile pensare ai tanti perché, ma rimanere naturale e descrivere realmente la persona che si è, non richiedono le competenze tecniche o altre particolari capacità bensì vogliono solo misurare la personalità (facile a scriverlo!!!). E continuare con i classici (ma mai in disuso) vocaboli crescita professionale, ambizioni, stimoli. Devi essere così convincente da convincere in primis te stesso. Al mi parli di lei si avranno meno difficoltà, dopo aver elencato in precedenza le competenze ed i motivi, adesso si potrà parlare delle proprie passioni, ricordando che leggere, praticare sport e suonare le avranno utilizzate già i candidati precedenti. Per cui, non resta che colpire e lasciare un’immagine di se particolare.