Secondo una ricerca condotta di concerto da studiosi dall’università di Bologna e dell’università di Bari, sembrerebbe ci possa essere una correlazione tra inquinamento da polveri sottili e diffusione del Coronavirus.
Le polveri sottili sono costituite da particolato atmosferico, l’inquinante tendenzialmente più abbondante nelle aree urbano: esso è costituito da un insieme di sostanze sospese in aria sotto forma di aerosol atmosferico, con dimensioni microscopiche, comprese tra pochi µm e 100 µm. Tra le cause principali, vanno citate le emissioni dei motori a combustione interna, delle industrie, degli inceneritori, addirittura dal fumo di tabacco. Sono noti il PM10 e il PM2,5, sigle che indicano rispettivamente il materiale particolato avente un diametro inferiore a 10 µm e a 2,5 µm.
Per darvi un’idea delle dimensioni, 1 µm corrisponde ad un millesimo di millimetro!
E cosa c’entrano i virus?
Queste piccolissime particelle presenti in atmosfera possono fungere da carrier, cioè da vettore di trasporto, per molti contaminanti chimici e biologici, virus inclusi. Per coagulazione, questi si legano al particolato, le cui particelle possono rimanere in atmosfera per ore, talvolta per giorni o settimane, venendo così percorse lunghe distanze.
Il particolato atmosferico non funge solo da “zattera” per i virus, ma anche da substrato che permette al virus di rimanere in aria per ore o addirittura giorni.
In questo caso, il fatidico metro di distanza non avrebbe più molto senso, purtroppo.
Non è ancora accertato che il nuovo Coronavirus che causa il Covid-19 possa aver agito analogamente, ma c’è un dato particolarmente rilevante: nel periodo dal 10 al 29 Febbraio nel Nord Italia sono state registrate concentrazioni di PM10 elevate e superiori al limite.
Da ció si deduce che il particolato possa aver rappresentato l’impulso alla diffusione virulenta dell’epidemia, anche perché questa non si è analogamente verificata in altre zone d’Italia nello stesso periodo, ma dove il livello di PM10 era più basso.
Sebbene gli studi sul SARS-CoV-2 siano ancora in corso, i casi precedenti di elevata diffusione di infezione virale in relazione ad elevati livelli di contaminazione da particolato atmosferico, devono farci riflettere. Nella speranza che, oltre ai giustissimi e necessari finanziamenti straordinari alla sanità, venga riservato qualcosa anche per attuare misure più efficaci di lotta all’inquinamento.