Siamo rimasti tutti shockati ed inorriditi dagli eventi accaduti a Parigi lo scorso venerdì. Tutto il mondo ha condannato questo orribile attacco terroristico, trasmettendo i propri messaggi di cordoglio alla popolazione francese. Anche il mondo virtuale si è mobilitato ed ha voluto comunicare la propria opinione sull’ISIS e sul terrorismo in generale. Facebook, ad esempio, ha dato la possibilità ai propri utenti di sovrapporre alla tipica immagine del profilo un ologramma con i colori della bandiera francese. Ma c’è anche chi si è spinto oltre.
Il movimento attivista Anonymous, infatti, si è immediatamente mobilitato per dar sostegno alle forze dell’ordine, hackerizzando i mezzi di comunicazione e le pagine web dei terroristi, in modo da rendere pubbliche più informazioni possibili su chi ha inorridito l’opinione pubblica mondiale. Ma cos’è in concreto Anonymous?
Nato nel 2003 in ventre al sito di lingua inglese “4Chan“, è un movimento internazionale, per l’appunto, anonimo che sfrutta internet per condividere immagini, video ed informazioni in generale sui nemici che di volta in volta si pone. I suoi appartenenti – hacker provenienti, generalmente, da noti forum virtuali – si auto-definiscono come una “coscienza cosmica” e come un gruppo che viaggia verso la medesima destinazione “allo stesso modo di un gruppo d’uccelli“. Questo gruppo manifesta il proprio pensiero e lo dichiara ai propri nemici per mezzo di video pubblicati in rete, nell’ambito dei quali un portavoce con addosso una maschera di Guy Fawkes – il più noto membro della congiura delle polveri, riportato alla popolarità dal celebre film V per Vendetta – dichiara gli obiettivi che Anonymous si pone, delineando il piano d’azione che il gruppo seguirà a partire da quel momento. Fra le principali battaglie portate avanti da Anonymous si ricordano i diversi attacchi al Ku Klux Klan ed a Scientology nonché quelli, recentissimi, sferrati all’ISIS.
Alcuni si sono spinti a definire Anonymous alla stregua di un gruppo di supereroi o eroi popolari. Forse questo è un po’ eccessivo (anche perché il gruppo attivista non ha attaccato soltanto nemici dell’umanità ma anche social network e siti ministeriali) ma certamente la lotta al terrorismo parte da un sentimento di sdegno collettivo e voglia di giustizia che, in questo momento, i nuovi “paladini del web” rappresentano alla perfezione.