Valeria, dottoranda in Demografia alla Sorbona di Parigi, aveva deciso insieme al fidanzato ed agli amici di trascorrere, questo venerdì, una serata al Bataclan, nota sala di concerti francese, per assistere al concerto degli Eagles of Death Metal, gruppo rock americano. Quando ad un’ora dall’inizio del concerto, tre (forse quattro) terroristi entravano nel noto locale iniziando a sparare selvaggiamente con i loro kalashnikov, contro tutto e tutti. “Ci stanno uccidendo uno ad uno” gridavano gli spettatori, e solo in trenta riuscirono a scappare. Molti gli ostaggi trattenuti, 89 morti.
I nostri connazionali riuscirono in qualche maniera a nascondersi ed a rimanere in silenzio, fino alla ripresa della sparatoria quando il fidanzato di Valeria e gli altri amici persero le tracce della studentessa italiana, che proprio venerdì aveva perso i documenti di riconoscimento. Da qui un susseguirsi di messaggi, di appelli sui social network. Valeria irrintracciabile. Iniziarono le ricerche ovunque, dai luoghi vicini a dove avvenne l’attentato, agli ospedali, con al speranza che Valeria al massimo fosse rimasta ferita ed impossibilitata nel comunicare la sua posizione ed il suo stato di salute.
Oggi, il padre del fidanzato, comunica all’ Agi “purtroppo Valeria è morta”. Manca solamente il riconoscimento del corpo, “esiste un margine di dubbio” comunicano fonti della Farnesina. Intanto Giandomenico Magliano (ambasciatore italiano a Parigi) ed Andrea Cavallari (console generale) sono a place Mazas, luogo preposto a camera ardente dove “dovrebbe” esserci il corpo di Valeria, in attesa di riconoscimento. Intanto il padre della ragazza veneziana comunica all’ Adnkronos “mi pare di capire che Valeria sia morta già venerdì, lo abbiamo appreso attraverso il fidanzato e gli amici che hanno seguito la vicenda li a Parigi”.