Finalmente arriva una prima conferma, vera, sul fatto che su Facebook ogni utente vuole avere ragione. Il termine tecnico è pregiudizio di conferma (confirmation bias), ed è stato oggetto di studio da parte dell’ IMT di Lucca, istituto universitario di alta formazione che si occupa di economia e principalmente di scienze informatiche. A capo della ricerca la Dott.ssa Michela Del Vicario, che con la sua equipe dal 2010 al 2014 ha studiato ed analizzato il comportamento di un nutrito gruppo di persone iscritte a Facebook. La base dello studio verteva su una “semplice” domanda: quando le persone sono collegate e scrivono sul noto social network è più facile ottenere un confronto fra loro, magari attraverso un dialogo con opposte idee ed arrivare ad un punto comune, oppure una tendenza a chiudersi in gruppi dal pensiero uguale al fine di confermare l’idea comune (seppur errata) ?
I dati analizzati si sono basati su 69 pagine di Facebook, delle quali 32 di teorie del complotto, 35 di pagine scientifiche e le ultime 2 “troll” (cioè pagine dove si pubblicano consapevolmente notizie false per capire come rispondono i creduloni). La ricerca ha portato enormi dati, visto anche il periodo di studio di 5 anni. Si è potuto notare come gli utenti facciano circolare i post pubblicati nelle loro pagine d’appartenenza e come i loro amici condividano le stesse notizie. Lo studio ha quindi individuato molte comunità di gente che la pensa allo stesso modo, ed anche se si tratta di notizie che non hanno alcuna prova di essere vere, o con fonti poco credibili, gli utenti condividono velocemente tutto, con pregiudizio di conferma. Se una notizia conferma ciò che l’utente crede, allora quella notizia verrà subito diffusa, anche se falsa o “troll”. La conseguenza è la “proliferazione di teorie basate su informazioni infondate, diffidenza e paranoia” dichiara la Del Vicario. Insomma se una persona ha un’idea la tiene per se ed all’inizio è un po’ scettica, se questa idea viene condivisa da più persone allora l’idea si rafforza e le certezze aumentano a dismisura, come il disprezzo per chi la pensa contrariamente.
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