Uno studio condotto da Mark Mattson del Laboratorio di Neuroscienze del National Institute of Aging, ha dimostrato un’ottima correlazione tra il digiuno e la salute del cervello. Mattson è specializzato nello studio dei meccanismi cellulari e molecolari che entrano in gioco quando si contraggono l’Alzheimer e il Parkinson.
È emerso che, digiunando, l’essere umano migliora l’attenzione, la concentrazione, migliora la prestanza fisica e ha un rapporto più chiaro con il suo corpo.
Secondo Mattson, l’essere umano postmoderno mangia 3\4 volte al giorno perchè imposto dalla società, andando a beneficio dell’industria alimentare e dell’industria farmaceutica.
La ricerca non è propriamente una novità. I bambini che soffrono di anoressia hanno meno attacchi epilettici quando si riduce nella loro dieta l’apporto di carboidrati, quando digiunano si riducono ancora di più fino quasi a scomparire.
Il team di Mattson per ora ha fatto le sue ricerche analizzando i cervelli degli animali. La restrizione calorica imposta a ratti ha ritardato la comparsa di malattie croniche legate all’età. L’ipotesi, ancora da dimostrare al 100%, è che durante il digiuno il corpo entri in una sorta di “modalità sopravvivenza” con un aumento della produzione di neuroni e della connessione tra di essi.
Anche se la ricerca per il digiuno ha appena iniziato la sua strada, sembra chiaro che l’essere umano ha bisogno di fare dei cicli di digiuno (vedi Dieta mima digiuno).