Italia ed Erasmus, un binomio che ancora non si inquadra perfettamente nelle scelte degli studenti. La nostra storia, l’arte, i paesaggi, il mare, il sole, le montagne, il clima, le città, non riescono a convincere i giovanni ragazzi in partenza a scegliere il Bel Paese come meta di arrivo. Gli stessi studenti, che annualmente creano un mercato economico pari a circa un miliardo e mezzo di Euro, come prima destinazione scelgono la Spagna, nazione con 39.277 arrivi l’anno (14,4% del totale), successivamente optano per la Germania, che ospita 30.964 studenti l’anno, seguita dalla Francia (29.621), dal Regno Unito (27.401) e dall’Italia (20.204) ferma in quinta posizione.
La Spagna è anche il primo Paese dal quale partono gli studenti che vogliono compiere un periodo di studio in uno degli Stati membri dell’Unione Europea (37.235 persone), mentre l’Italia in classifica si piazza quarta, con 26.331 partenze l’anno. Un numero notevolmente basso. Analizziamo il perché l’Italia non è un Paese per Erasmus, programma europeo per gli studenti universitari che scelgono di effettuare un percorso formativo fuori dai confini della propria nazione. In 27 anni di Erasmus ci sono stati 3,3 milioni di studenti che hanno preso parte al programma e 3,2 miliardi di Euro investiti dall’Unione Europea. L’età media dei partenti Erasmus è di 23 anni con circa il 60% di sesso femminile. Ma come mai gli studenti non scelgono l’Italia? Il primo limite è quello della nostra lingua, difficile e non comunemente parlata in Europa. Successivamente per il costo della vita elevato (in Spagna o Portogallo ad esempio è più basso), per la difficoltà nel trovare alloggi, dato che le nostre università non hanno un sistema di residenze strutturato per studenti , a differenza della Germania, ed infine per le opportunità lavorative che nel nostro Paese latitano e contribuiscono a frenare l’immagine dell’Italia, vista come un Paese non in crescita.
Insomma il nostro Paese ricco di cultura, arte e città stupende dovrebbe apportare miglioramenti nei servizi e ripartire con nuove politiche di occupazione e ricezione, solo così in breve tempo potremo avere sempre più studenti Erasmus presenti sul nostro territorio.