Justin Rosestein, l’ingegnere informatico che nel 2009 ha creato il famosissimo pulsante digitale “mi piace”, che tutti usiamo per mostrare il nostro apprezzamento verso un post, un link o una foto sul social più famoso del mondo, ha eliminato tutti i suoi account online. Rosenstein si è dimesso da Facebook. Si è cancellato da SnapChat e ha installato il parental control sullo smartphone che gli impedisce di scaricare qualsiasi tipo di app. La sua scelta è stata fatta per chiamarsi fuori dal mondo digitale che lui stesso ha contribuito a creare.
Rosenstein ha raccontato ad un giornalista di The Guardian, impegnato in un reportage nella Silicon Valley di sentirsi in colpa. Ha detto di essersi reso conto dei danni che il mondo delle social app sta arrecando alle nuove generazioni. “E’ normale creare e sviluppare cose con le massime buone intenzioni senza pensare che possano avere pessime conseguenze. Gli effetti di Facebook, di Snapchat e di tutto il resto hanno degli effetti psicologici sconvolgenti sia sull’individuo che sulla società intera.”
Rosenstein sostiene che la gente utilizza il proprio smartphone circa 2mila volte al giorno. Ed è il motivo per cui le persone hanno sempre meno capacità di concentrarsi su qualcosa. “Anche se lo smartphone è spento ha un effetto deprimente sulle funzioni del cervello e dell’attenzione. Una persona continua a domandarsi quale tipo di notifica si sta perdendo, tutti sono distratti tutto il tempo”.
Ha concluso dicendo che quelli della sua età – lui ha 34 anni – sono l’ultima generazione che ha memoria di come era la vita prima di internet e dei social network: “E’ importante parlare del pericolo verso cui ci stiamo dirigendo, e noi siamo rimasti gli unici a poterlo fare”.