Grazie ad uno studio tutto italiano condotto presso l’Università di Padova è stata scoperta una proteina in grado di far fronte al virus dell’HIV.
La proteina in questione, la “nucleolina”, riuscirebbe a scovare quelle cellule latenti infette dal virus.
Le attuali terapie antiretrovirali sono utili per bloccare il virus andando a colpire le cellule che evidenziano l’infezione ma non riescono a riconoscere e a bloccare il virus all’origine, colpisono solo i cloni che manifestano l’infezione.
La nucleolina invece riesce ad arrivare in quelle cellule che si nascondono e che non manifestano il virus e grazie ad una particolare conformazione che assume il nostro DNA, G-quadruplex, riconosce queste cellule e blocca la loro replicazione.
Il DNA può assumere diversi tipi di confomazione durante il ciclo vitale di una cellula, oltre alla classica doppia elica come è solito descriverlo.
La conformazione G-quadruplex, sebbene possiamo vederla anche in cellule sane, è più frequente nelle cellule che presentano una infezione da HIV ed è qui che entra in gioco la nostra proteina che sarà in grado di identificare la conformazione G-quadruplex (G4) del DNA e a bloccare solo le cellule malate.
Un’altra caratteristica importante della nucleolina è la capacità di indurre la conformazione G4 anche in quelle cellule che non presentano tale alterazione in modo tale da poter evidenziare la presenza o meno del virus HIV.
Lo studio è nato partendo dalle cellule tumorali nelle quali si è evidenziata per prima questa frequente conformazione del DNA e allora si è pensato di vedere se nei soggetti affetti da HIV fosse presente la stessa alterazione e così è stato.
Ora non resta che iniziare la sperimentazione sui topi transgenici.
Questa ricerca vede il supporto della Gates Foundation e ha raccolto anche 2 milioni di euro dai fondi per la ricerca UE.
Ma la ricerca nonostante questa nuova scoperta si muove in un altro senso, quello dei vaccini.
Riuscire a sintetizzare un vaccino è molto difficile in quanto il virus HIV cambia spesso la sua configurazione interna ed esterna ma qualche importante novità sul fronte vaccini sembra esserci.
Analizzando anche il lato economico le industrie farmaceutiche guardano con maggiore interesse ai vaccini e preferiscono mantenere le cure per l’HIV col famoso “cocktail” che frutta loro molti introiti rispetto a quanti potrebbero ricavarne con questa nuova metodica.
Infatti mentre le terapie antiretrovirali vanno fatte a vita per tenere a bada il virus e gli effetti collaterali con questa nuova metodica non ce ne sarebbe bisogno.