Quando non ci resta che vendere l’aria. Si, proprio l’aria. E’ questo il progetto condiviso da alcune start up come futuro business. L’idea nasce dal fabbisogno di aria pulita in molti luoghi della terra, a seconda della collocazione geografica. Per cui compito delle start up (come Aethaer e Vitality Air) è quello di prelevare nelle aree pulite del nostro pianeta parecchia aria e rivenderla laddove magari c’è alta concentrazione di smog in cielo al fine di purificare l’ambiente. Il primo ad avere questo intuito fu, due anni fa, il CEO di Vitality Air, ma senza aver ben chiaro come poter intrappolare l’aria buona. Ed ecco che arrivano in soccorso gli amici, definiscono l’idea e si immettono sul mercato esattamente dopo 7 giorni.
Partono così le spedizioni in tutto il mondo, inizia la grande sfida. Ad ogni partenza si torna a casa con circa 200.000 litri d’aria, che viene poi compressa negli appositi contenitori. Senza alcuna contaminazione, pura, purissima. Non ci sono clorofluorocarburi e propellenti e per di più le confezioni sono riciclabili al 100%. Confezioni che altro non sono che delle semplici bottigliette create appositamente, che contengono 3 o 8 litri d’aria. La modica cifra, ovviamente, a seconda della dimensione varia dai 23 ai 50 dollari. Mentre le bottiglie prodotte dall’altra start up Aethaer sono mono quantità, 580 ml d’aria, e costano 80 dollari a pezzo.
Il cliente sarà cosi soddisfatto e potrà disporre d’aria pura ed incontaminata al fine di contrastare lo smog e tutto il resto che rende l’aria delle grandi, ma anche medie e piccole, città irrespirabile. Un solo accorgimento: le inalazioni a disposizione del cliente vanno dalle 80 alle 160. Ecco il nuovo business.