È stato indetto per il 22 ottobre 2017 dal governatore del Veneto Luca Zaia e dal presidente della regione Lombardia Roberto Maroni il referendum per l’Autonomia del territorio lombardo veneto.
Prima di pensare allo scoppio di un “caso Catalogna” nella penisola, è necessario fare due precisazioni. La prima è questa: con il termine “autonomia” non si intende “indipendenza” ma semplicemente maggior potere. Significherebbe, nel caso di Lombardia e Veneto, entrare a far parte delle regioni a Statuto speciale ( Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige Südtirol ovvero le province autonome di Trento e Bolzano).
La seconda è che si tratta di un referendum di tipo consultivo. È un tipo di votazione che serve a “leggere” l’opinione dei cittadini, in modo da consentire ai due governatori leghisti di avanzare al governo la loro proposta dimostrando di poter contare sull’appoggio popolare.
Il referendum, che costerà 50 milioni di euro, sarà una vera e propria svolta nella storia italiana perché sarà il primo in cui si voterà con il tablet, con il sistema di E-voting. Il paese sperimenterà la democrazia digitale. Sono stati assunti 7 mila Digital Assistant per le 12 provincie della Regione Lombardia per assistere scrutatori e presidenti di seggio in caso di difficoltà.