Con un selfie la tua vita può cambiare. No, non vuole essere uno spot incentivante alla pratica dell’autoscatto, ma semplicemente un’informazione che potrebbe riguardare ogni singola persona. Ormai guardando vari profili dei social network potremmo affermare che ognuno di noi almeno una volta nella vita è stato oggetto di selfies. In qualsiasi momento della giornata, dal bagno la mattina al pranzo, dal caffè alla passeggiata, dal lavoro alla palestra. In qualunque luogo ed in qualunque momento c’è sempre spazio per un autoscatto, che poi porta con sé una serie di informazioni non banali (a breve capirete perché), dai like ai commenti alle condivisioni delle foto. Ebbene, in questa vita dettata dal principio economico, ci sono marchi pronti ad investire su di voi se nel selfie inserite prodotti di vendita delle aziende richiedenti.
Andiamo sul concreto, date uno sguardo all’applicazione Popular Pays, nitido esempio di ciò precedentemente riportato. Attraverso questa App le persone vengono ben ricompensate per la pubblicazione di foto sul proprio profilo Instagram dove in prima linea, oltre al fisico statuario, venga messo in evidenza il prodotto aziendale da pubblicizzare. La foto, naturalmente visibile a più follower possibili, risalterà il brand e verrà condivisa da più persone, in modo tale da triplicare, almeno, le condivisioni e le visualizzazioni. I soggetti perfetti sono senza ombra di dubbio le nuove generazioni, i “nuovi giovani” nati con lo smartphone in mano e con un numero micidiale di seguaci social. Ma anche qualche persona adulta farebbe senz’altro la sua bella figura.
In più, esiste un’altra app, Pay Your Selfie, in cui le aziende pagano direttamente a chi gestisce il programma una quota di due dollari a foto, chiedendo agli utenti di produrre vari selfies durante tutto l’arco della giornata, proprio mentre compiono ogni azione. L’obiettivo di tale applicazione è quello di conoscere le abitudini delle persone, onestamente un’idea da valutare bene anche sotto il profilo sociologico. Considerate che questa pratica potrebbe essere utile e funzionale per conoscere l’orientamento delle persone al fine di gestire meglio le domande e le offerte. Una vera e propria indagine di mercato 2.0. E come la mettiamo sotto il profilo della tutela dell’immagine ? Nessun problema, sono le persone che prestano il loro consenso in cambio di soldi, per cui tutto è risolto.