La Dieta Mediterranea, oltre a ossa più forti, un cuore più sano e una vita più lunga, insieme a un rischio ridotto per il diabete e l’alta pressione sanguigna, riduce il rischio di demenza senile.
Lo studio è stato presentato alla conferenza internazionale dell’ Alzheimer’s Association a Londra di questa settimana, ed è stato condotto dalla Scuola di Medicina americana di San Francisco
“Una dieta a base di verdure e ortaggi è associata a una migliore funzione cognitiva e riduce del il 35% il rischio di compromissione cognitiva durante l’invecchiamento”, ha affermato Claire McEvoy dell’Università della California.
“Il risultato della ricerca non mi sorprende” ha dichiarato Rudolph Tanzi, direttore dell’Unità di ricerca genetica e invecchiamento del Massachusetts General Hospital e recentemente co-autore di un libro con Deepak Chopra sui geni e invecchiamento intitolato “Super geni”.
“L’attività dei nostri geni è fortemente dipendente da quattro fattori principali: la dieta, l’esercizio, il sonno e la gestione dello stress”, ha commentato Tanzi, “Di questi, forse la dieta è il più importante”.
Lo studio di McEvoy ha esaminato le abitudini alimentari di quasi 6.000 americani più anziani con un’età media di 68 anni.
Dopo aver adeguato al campione vari indicatori ( come l’età, il sesso, la razza, il basso livello di istruzione, l’obesità, l’ipertensione, il diabete, la depressione, l’inattività fisica) i ricercatori hanno scoperto che coloro che hanno seguito la dieta mediterranea hanno ridotto del 35% il rischio di demenza senile.
Lo studio ha rivelato che un altro campione, che ha seguito la dieta marginalmente, ha tratto dei benefici, ma in maniera ridotta.
Gli anziani del secondo gruppo avevano meno probabilità di contrarre l’Alzheimer rispetto a quei coetanei che non hanno mai seguito la dieta mediterranea