Gli alieni non comunicano con noi perché vivono sotto il ghiaccio. A formulare questa ipotesi che a primo impatto può sembrare più che strampalata, è stato un uomo della Nasa, Alan Stern, responsabile della missione New Horizon intorno Plutone.
In una conferenza dell’American Astronomy Society Division for Planetary Sciences, Stern, ha dichiarato di ritener possibile che “la maggior parte delle forme di vita extraterrestre si trovi ben al di sotto della superficie di pianeti e satelliti, all’interno di oceani profondi e sotterranei, chiusi da una crosta ghiacciata”.
Plutone è uno dei pianeti del Sistema Solare ricoperti di ghiaccio.
Potrebbe essere proprio il ghiaccio a ostacolare le comunicazioni, a impedire l’osservazione della volta celeste e far credere alle forme di vita aliena che non valga la pena provare a contattarci: potremmo vivere a nostra volta al di sotto di una calotta di ghiaccio, e allora chi avvertirebbe un tentativo di chiamata?” ha continuato Stern.
Quello che Stern ipotizza come soluzione del Paradosso di Fermi (che dice, se l’universo brulica di vita perché non ce ne accorgiamo?) non ha prove scientifiche, ma ha un’ottima base teorica, mettendo in relazione la grande quantità di mondi ghiacciati nel Sistema Solare aventi oceani sub superficiali alla totale mancanza di segnali ricevuti finora da forme di vita extra terrestri.
La ricerca scientifica di queste ipotizzate civiltà potrebbe avere come obiettivo perforare la crosta di ghiaccio in superficie per scoprire che cosa c’è al di là.