I progressi nella tecnologia artificiale in questi giorni stanno facendo sempre più velocemente passi da gigante. Il mese scorso, è arrivata dal Deep Mind di Google l’ultima versione Go-playing AI che può individuare il cancro nelle scansioni mediche meglio degli esseri umani, il che significa che la radioterapia può essere effettuata in minuti, non in ore.
Potremmo presto usare la tecnologia per progettare nuovi farmaci, o modificare quelli esistenti per curare altre malattie che non hanno ancora trovato soluzione.
Ma quando cominciamo a realizzare queste opportunità, ci rendiamo conto che aumentano i rischi potenziali: l’Intelligenza artificiale prolifererà in modo non controllato e non regolamentato, nelle mani di alcune imprese tecnologiche sempre più potenti, a scapito dei posti di lavoro, dell’uguaglianza e della privacy.
Già gli errori sulla condivisione di registrazioni di pazienti tra Deep Mind e il Royal Free Hospital di Londra hanno sollevato preoccupazioni nella società civile circa le aziende tecnologiche che gestiscono i sistemi digitali nella sanità pubblica.
Come ha riferito The Guardian questa settimana, il pericolo di una sfida pubblica contro l’AI, simile a quello visto con l’introduzione di Organismi geneticamente modificati, è molto reale. Ci sono somiglianze, ad esempio la preoccupazione per le conseguenze impreviste, la complessità della nuova tecnologia e, soprattutto, il ruolo dell’industria. Con gli OGM, inizialmente, le imprese hanno goduto dei benefici, mentre la società ha sostenuto i rischi e lo stesso potrebbe succedere con l’IA.
Ma ci sono anche differenze significative. Le barriere per l’introduzione di IA sono molto meno di quelle a cui si son trovati di fronte gli OGM, con test e varie analisi, tanto per la vendita di semi quanto per inserire nel mercato i prodotti.
Nel caso dell’intelligenza artificiale, non esistono confini e la regolamentazione nazionale è inesistente o difficile da applicare.
Quindi la vera preoccupazione è che la risposta non sarà una diffusa regolamentazione dell’intero mercato, bensì un blocco sull’utilizzo dell’AI nel settore pubblico. Le aziende private continueranno ad utilizzare l’AI, non regolamentate, per migliorare il targeting dei prodotti. Ma nel settore pubblico dove ci potrebbero essere benefici per cambiare la vita delle persone, le opportunità saranno perse.
Questo non significa che l’AI dovrebbe essere consentito negli ospedali senza controllo. Ma va sottolineato perché è così importante ottenere questo diritto. L’AI può essere introdotta con successo negli ospedali solo se gli impiegati, i pazienti e gli operatori sanitari hanno fiducia nel sistema, includendo una chiara supervisione e la consapevolezza della responsabilità.
Bisognerebbe evitare che con l’AI ci si ritrovi a scegliere tra privacy e innovazione.