177.031 incidenti stradali. 3.381 persone morte. 251.147 persone ferite.
Sono questi i numeri di un fenomeno drammatico reso, molto spesso, ancora più doloroso dal fatto che le pene sono praticamente inesistenti anche per chi l’incidente non l’ha provocato per una fatalità ma perché consapevolmente si è messo alla guida sotto alcol o sostante stupefacenti.
Ricordando sempre che, in tutto ciò, le vittime non sono solo coloro la cui vita è stata spezzata per sempre sull’asfalto ma, anche, quei cari che stanno aspettando un rientro a casa che purtroppo mai avverrà.
Il 2 marzo 2016 è una data che segna una vera rivoluzione per il Codice della Strada perché dopo un lungo iter che parte dal 2010, con 149 voti a favore, 3 contro e 15 astenuti il Senato approva la fiducia posta dal governo al testo che introduce il nuovo reato nel codice penale. L’omicidio stradale diventa legge.
Fino ad oggi l’intera giurisprudenza era affidata all’articolo 589 del Codice Penale che si occupava di legiferare sull’Omicidio Colposo, affermando che chiunque sia causa di morte di un terzo, avvenuta in seguito alla violazione grave delle norme del Codice della Strada, deve essere punito con una reclusione che si estende dai 2 ai 7 anni.
Il periodo di reclusione è poi esteso dai 3 ai 7 anni per i soggetti autori dell’omicidio sotto effetto di sostanze psicotiche o stupefacenti.
Con il nuovo testo di legge, invece, la pena detentiva si alza dai 5 ai 18 anni di reclusione per chiunque causi la morte di qualcuno per guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti.
La detenzione si estende anche ai casi in cui l’autore dell’omicidio si dimostra sobrio e lucido, ma mantiene una velocità di guida superiore al doppio del consentito, prevedendo un’estensione della pena che va dai 4 agli 8 anni complessivi. Qualora, inoltre, si sia in presenza di lesioni permanenti provocate da un guidatore in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti la pena prevista si estende dai 6 mesi ai 2 anni di carcere, periodo destinato ad aumentare da un terzo alla metà in presenza di lesioni gravissime.
La nuova legge che legittima il passaggio delle violazioni stradali gravi da incidenti a veri e propri crimini, trova l’approvazione non solo della maggioranza della politica ma di tutte le associazioni che per anni hanno fatto dell’omicidio stradale la propria battaglia.
Prime fra tutte l’ASAPS (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) e l’AIFVS (Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada), che in questi giorni hanno espresso, nei rispettivi siti, la loro soddisfazione per una legge che, finalmente, sembra essere quel passo in più verso una strada più giusta e sicura.
Un proposito che sembra si stia avvicinando a diventare realtà e che noi condividiamo e promuoviamo a pieni voti.