Tutori, protesi ortopediche, calchi delle statue di Pompei, serbatoi di moto e addirittura prototipi di case… Nessuna connessione apparente?
Fortunatamente c’è eccome e riconduce al nome di Massimo Moretti, fondatore del Centro Servizi Progetti, fulcro di ricerca ed innovazione che, dal 2003, lavora per elevare la stampa a tre dimensioni a livello universale.
Ma procediamo con ordine, come funziona una stampante 3D?
La meccanica delle stampanti di nuova generazione, in realtà, ricalca in toto il funzionamento della stampa 2D, ciò che cambia è il supporto utilizzato e il tipo di inchiostro: ad un serbatoio pieno d’inchiostro che, muovendosi orizzontalmente produce, tramite gli ugelli e la testina, documenti di testo cartaceo, viene sostituito un estrusore che utilizza un filamento di materiale plastico che, una volta depositato strato su strato, permette la produzione dell’oggetto in 3 dimensioni.
Risultato finale? La possibilità di passare dalla consueta creazione di semplici documenti all’inedita e vera e propria realizzazione di oggetti tridimensionali.
E per chi pensa sia fantascienza, ci dispiace deludervi ma ormai la stampa 3D è realtà e Andrea Radaelli con la sua Sharebot dimostra che è anche economica e facilmente utilizzabile.
Ma adesso arriviamo al punto più interessante: non solo miniature di oggettini di plastica ma la creazione di elementi biomedicali, artistici e architettonici.
C’è chi ha infatti pensato che la stampa 3D possa essere lo strumento per cambiare il mondo: si torna così a Moretti e al suo progetto WASP (World’s Advanced Saving Project) che fonda le proprie radici nel mondo dell’Open-source, ponendosi, non solo l’intento di restituire e mettere in circolazione conoscenze e strumenti riguardo il mondo della stampa 3D ma che soprattutto mira ad incentivare, mediante il loro utilizzo, uno sviluppo sostenibile e l’autoproduzione.
L’obiettivo più ambizioso di WASP è quello di riuscire a costruire case a km 0, utilizzando quindi materiali reperibili sul territorio (in primis l’argilla) e creando stampanti facilmente trasportabili e a basso consumo di energia, poiché in vaste aree del pianeta l’elettricità è totalmente assente.
Stampare una casa sana, bella e a misura d’uomo con un costo che tende a 0: è questo il sogno di WASP.
Ed infatti il motto di questa squadra tutta italiana recita “siamo sognatori, siamo realizzatori, siamo Makers: partiamo dalla stampa 3D per salvare il mondo”.
A noi, a questo punto, non resta che far loro un grosso in bocca al lupo!