Il giovane autore versiliese Fabio Genovesi trionfa al Premio Strega Giovani 2015 facendo ritorno a casa, nella sua Forte dei Marmi, quella vera, marina e provinciale, che, da anni, strenuamente resiste ai tentativi di colonizzazione da parte dei magnati russi. Lo scenario è quello del fine stagione, tiepido e confortevole come la brezza che, muovendo le onde del mare, implora un ultimo bagno ai ragazzi che, sino ad allora, l’hanno popolato. Settembre non è solo un mese ma uno stato d’animo: quello dei giovani, che sperano di concludere in bellezza l’estate, con un ultimo grande e passionale innamoramento; quello della gente della Capannina, che assiste alle ultime serate, prima che cali nuovamente il sipario sullo storico locale fortemarmino e quello dei Milanesi che si godono gli ultimi giorni di relax prima del ritorno alla quotidianità cittadina.
Il titolo sembra quasi una domanda retorica che l’autore pone ai suoi stessi lettori: Chi manda le onde? Beh, il Mare, cornice e protagonista principale della narrazione e, forse, della storia dell’uomo. Un mare che dà la vita ma che altrettanto può toglierla con un ruggito. Esso suscita sentimenti ambivalenti, come il racconto, come settembre. Buio antro notturno e luminosa trasparenza della mattina, carezza gentile sui piedi che affondano appena sul bagnasciuga e sferzata inebriante del cavallone che ti solleva e ti sbatte finché non sai più qual è il sopra e quale il sotto. Solo uno scrittore che il mare lo ha nel DNA poteva trattarne con tanta familiarità, raffigurandolo come l’agente di dolori e perdite attraverso cui personaggi deboli ed insicuri (la bimba albina, l’orfano, la madre single, il mantenuto) crescono e si fortificano.
La storia funziona! È fresca, moderna, a tratti inverosimile ed invita a farsi leggere sin dalla copertina, in cui campeggia un furgone Volkswagen color acquamarina, fermo sulla strada a contemplare il mare, pronto a tuffarsi in una lettura emozionante e snella che suscita sensazioni contrastanti: felicità e malinconia, tenerezza e amarezza. Innovativa ed azzeccata la scelta del doppio narratore, con quel continuo intrecciarsi delle storie, che ben si presterebbe ad una futura riproduzione cinematografica.
Insomma, per concludere, utilizzo le parole incise sul retro della copertina del libro “Tutte le cose finite in mare da quando è cominciato il mondo, da quando c’erano i dinosauri fino a stamattina, nate nell’acqua o cadute dalle barche o strappate alla terra dai fiumi in piena, stanno sul fondo a ballare di qua e di là, ma una volta ogni tanto qualcuna prende una corrente, si aggrappa all’onda giusta ed ecco che arriva qui sulla sabbia, pronta a stupirmi.”