Una squadra di archeologi ha fatto un’interessante scoperta all’interno della piramide di Cheope: una stanza inaccessibile. Quella di Cheope è la più antica delle tre piramidi nella piana di Giza al Cairo, uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti del mondo intero. La stanza scoperta è una gigantesca cavità situata al di sopra della grande galleria, cioè un corridoio che mette in comunicazione la camera della Regina con quella del Re, posta esattamente al centro del monumento.
Gli studiosi non hanno ancora formulato nessuna ipotesi forte sulla funzione del luogo. Si suppone che possa essere un ambiente con una precisa destinazione d’uso ancora da capire, oppure uno spazio vuoto che serve ad alleggerire la struttura del peso sulla galleria sottostante. A supporto di questo ragionamento il fatto che sia la galleria, sia la stanza vuota che vi si trova sopra, hanno le stesse dimensioni.
È stata la rivista Nature, con un’intervista a Mehdi Tayoubi dell’Istituto Hip di Parigi, organizzazione no profit che studia e preserva il patrimonio culturale usando le più avanzate tecnologie ad annunciare al mondo la scoperta. “Sappiamo che questo spazio vuoto ha le stesse caratteristiche della grande galleria – ha dichiarato Tayoubi – È davvero impressionante”.
La piramide di Cheope è al suo interno è costituita da tre camere: un sotterraneo alla base della piramide, la camera della Regina e la camera del Re. Il monumento egiziano e tutta la piana di Giza hanno sempre attratto storici, artisti, letterati, archeologi e condottieri. Narrate e descritte da Erodoto di Alicarnasso, da Diodoro Siculo, da Strabone da Amasea, da Plinio il Vecchio, dal viaggiatore arabo Abd al-Latif al-Baghdadi, sono tornate in auge nel XIV e nel Xv secolo, quando erano osservate da tutti i pellegrini in viaggio per la Terra Santa.
Il primo che si impose di studiarle seriamente e di capire a cosa servissero, fu Napoleoe Bonaparte. Da questo suo capriccio è nata quella che oggi è la sezione egizia del museo del Louvre. L’imperatore francese mandò nella piana di Giza uno stuolo di scienziati e studiosi di ogni tipo che consideravano i monumenti egiziani delle “opere omaggio” alle scienze esatte.