Dopo aver raggiunto 1,5 milioni di utenti al giorno nei primi mesi del 2017, con un fatturato di 35 milioni di dollari all’anno, Slack – la fortunata chat aziendale ideata nel 2013 – apre ai Bot e all’ Intelligenza artificiale. L’obiettivo è far sì che la piattaforma dia un aiuto concreto nel lavoro degli utenti. Per chi non si intende di informatica può sembrare pura fantascienza, e invece basta applicare degli algoritmi di machine learning all’applicazione e il gioco è fatto. Esatto cari non addetti ai lavori, il futuro è già iniziato.
Il Ceo di Slack, Stewart Butterfield, già cofondatore di Flickr, ha dato l’annuncio a Technology Review, l’importante rivista del MIT: “Il futuro non è per i deboli di spirito e io non resto certo indietro, in questo settore dove la concorrenza è spietata”. Butterfield sta concentrando fondi ed energie nella ricerca sui Bot.
Ma che cosa sono i Bot? Bot, è l’abbreviazione di “robot”. Nel gergo informatico è il nome dato ad un programma in grado di accedere a pagine web, utilizzare i comandi dei videogiochi e inviare messaggi di chat. Nelle nazioni anglosassoni, “bot” può essere anche un programma che crea un account fake su un social network, talmente in grado di simulare una conversazione tra esseri umani da poter farsi gioco degli altri utenti sulla piattaforma.
Su Slack un bot potrebbero avere ad esempio la funzione di raccogliere tutte le informazioni inerenti ad un tema affrontato a sorpresa durante una conversazione e inviarle a tutti i partecipanti, oppure potrebbe accedere alle agende informatiche di tutti gli iscritti al gruppo della chat e pianificare un nuovo incontro, o tenere un verbale della riunione e renderlo disponibile per chiunque ne abbia bisogno. Un segretario virtuale del gruppo.
Le maggiori compagnie di software per chat stanno investendo sempre di più negli studi sulle intelligenze artificiali. Molto probabilmente l’informatica così come la conosciamo oggi secondo gli esperti potrebbe essere del tutto rivoluzionata in meno di 5 anni.