Svolta storica, svolta politica in Arabia Saudita. Lo scorso fine settimana si sono recate alle urne, per la prima volta, le donne saudite. Ed inoltre hanno potuto godere sia di elettorato attivo, che di elettorato passivo. Ovvero hanno avuto il diritto di eleggere i loro rappresentanti ed anche di poter essere candidate (ed eventualmente elette).
Si è votato per eleggere i rappresentanti locali di 284 consigli municipali, o meglio per eleggere i due terzi dell’assise municipale, il restante terzo viene nominato dal governo. Il totale dei candidati è stato di 6.917, dei quali 979 donne. Un numero significativo, ricordando sempre che si trattava della prima elezione a suffragio universale. Hanno partecipato alle elezioni 1.486.477 cittadini, di cui 130.637 donne. Certo l’affluenza è stata molto bassa, i primi dati ufficiosi parlano del 25%. Come si può evincere, ben al di sotto della metà degli aventi diritto al voto.
La notizia positiva però è che le donne hanno conquistato l’1% dei seggi, qualcuno potrebbe leggere questo dato come sconfitta, a nostro giudizio si tratta di un importante inizio. Su un totale di 2.106 nuovi consiglieri municipali eletti, 17 sono donne. Solo una donna saudita è stata eletta alla Mecca, si tratta di Salma bint Hizab al-Oteibi, dove sfidava 7 uomini e 2 donne. I principali compiti ai quali devono adempiere sono limitati a questioni locali, giardini pubblici, strade, spazzatura.
Era stato il re Abdullah, nel 2011, ad aprire il voto alle donne con decreto regio. Meglio tardi che mai, in Italia il Consiglio dei ministri emanò un decreto che riconosceva il diritto di voto alle donne il 2 febbraio 1945. Per la prima volta le donne poterono votare il 10 marzo 1946, quando ebbero luogo le elezioni amministrative. Per le elezioni politiche (referendum per la scelta fra monarchia o repubblica) si dovette aspettare qualche mese, come tutti saprete, avvennero il 2 giugno sempre del 1946.
Buon lavoro ai neo eletti, in particolare alle neo consigliere municipali.