Come da molti anni ormai, la notte del 31 Ottobre, anche in Italia, come nel resto del mondo Occidentale, ci si appresta a festeggiare Halloween.
Zucche, dolci, bambini in maschera, discoteche popolate da diavolesse in abiti succinti, Hocus Pocus in TV ed ecco che ha inizio quella sorta di carnevale macabro che tutti noi conosciamo, accompagnato, dall’immancabile infinità di polemiche da parte di fedeli e puristi della tradizione Italiana, che lo guardano ancora con sospetto.
Nonostante questa ricorrenza sia giunta nello Stivale, come gli Hamburger e il Basket, direttamente dagli States, in realtà, le sue radici sarebbero ben più antiche.
Secondo alcuni studiosi, infatti, risalirebbero addirittura all’antica Roma ed in particolare alle festività in onore della dei frutti Pomona o ai Feralia (festività dedicate ai morti), in cui i romani portavano doni alle tombe dei defunti per placare le loro anime ed evitare che tornassero a vagare sulla terra.
L’ipotesi più accreditata resta, tuttavia, quella che assegna la paternità della festività ai Celti. Il nome Halloween, infatti, non è altro che la contrazione della variante scozzese di All Hallows’ Eve, cioè la vigilia di Ognissanti. In tale data nella tradizione Celtica ricorreva la festa di Samhain (‘Summer’s end’ – fine dell’estate), coincidente, peraltro, con la fine dell’anno, considerando che per questa popolazione nordica, che non adottava ancora il calendario Gregoriano, lo stesso iniziava proprio l’1 Novembre.
Il passaggio dalla stagione estiva a quella invernale, sebbene venisse esorcizzato con lunghi festeggiamenti, era vissuto con timore poiché si riteneva che la natura, “morendo”, covasse sotto terra nel regno dei morti. Per questo i celti celebravano riti propiziatori indossando maschere grottesche e pelli di animale per spaventare gli spiriti.
Da queste antiche origini Halloween si è progressivamente trasformata nell’attuale festa conviviale dal sapore un po’dark.
Scavando nel Medioevo si può risalire alle origini dell’immancabile ‘Dolcetto o scherzetto’ (“Trick or treat” in realtà “sacrificio o maledizione”), proposto di porta in porta dai bambini mascherati. Il travestimento richiama la pratica tipicamente tardo-medievale dell’elemosina; il giorno di Ognissanti i poveri bussavano alle porte chiedendo cibo in cambio di preghiere per i morti il giorno successivo, quello della Commemorazione dei defunti (2 novembre). Finanche Shakespeare ne fa parola nella sua commedia ‘I due gentiluomini di Verona’ (1593) quando Speed accusa il suo maestro di “lagnarsi come un mendicante a Hallowmas”.
Alla fine del ‘700 il poeta scozzese John Mayne riferisce degli scherzi di Halloween in “What fearfu’ pranks ensue!”, mentre in ‘Bogies’ parla degli aspetti soprannaturali della notte del 31 ottobre.
Infine, dalle isole britanniche, Halloween, a metà Ottocento, sbarca negli Stati Uniti insieme ad un’orda di emigranti irlandesi che, in seguito ad una terribile carestia, decidono di abbandonare l’isola tentando la fortuna oltreoceano, dove si radica una forte comunità in grado di mantenere viva la fiamma di Halloween, arrivata sino ai nostri giorni.