Unioni Civili. Dopo tante polemiche, approcci di dialogo politico fra diversi partiti e via discorrendo, due giorni fa il Senato della Repubblica italiana ha approvato la fiducia sul maxi emendamento, che ha sostituito il testo del ddl “Cirinnà” sulle Unioni civili. Con 245 Senatori presenti e 244 votanti, i voti favorevoli sono stati 173, i contrari 71. Adesso la “palla” passa alla Camera dei Deputati.
Però dopo infiniti stravolgimenti e discussioni, andiamo a capire cosa sono le unioni civili ed i principali punti del testo appena approvato. Il riferimento costituzionale, inserito con il maxi emendamento, è agli artt. 2 e 3 della nostra carta costituzionale (diritti inviolabili dell’uomo e uguaglianza dei cittadini senza distinzione di sesso), per cui si intende un’unione fra due persone, maggiorenni, dello stesso sesso quale specifica formazione sociale.
Il nuovo testo prevede il divorzio lampo, ovvero lo scioglimento dell’unione senza il periodo di separazione. Esclusione della stepchild adoption, cioè la possibilità da parte di una delle due persone, omosessuali, unite civilmente, di adottare il figlio, naturale o adottivo, del compagno. Confermato assegno di mantenimento, dove il giudice stabilirà il diritto del convivente di ricevere dall’altra persona gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento.
Molto discusso è stato l’aspetto sulla vita familiare, sui diritti ed i doveri per le coppie unite civilmente, dove non è stato inserito l’obbligo di fedeltà per le coppie gay. E’ stata la parte più difficile, ma alla fine si è deciso che dall’unione civile derivino gli obblighi di assistenza morale, materiale ed alla coabitazione, no all’obbligo di fedeltà. E così è emersa la rabbia delle persone che potranno essere direttamente coinvolte, che hanno sin da subito avuto il dubbio che questo divieto possa implicare alcune conseguenze legali, e quindi che non sia un semplice divieto simbolico. Perché in effetti lo scopo della modifica voleva essere meramente politico, per differenziare la normativa delle unioni civili da quella del matrimonio. Differenziazione che potrebbe dare problemi dal punto di vista dell’uguaglianza, dove una coppia gay potrebbe portare innanzi alla Corte Costituzionale il tema del divieto all’obbligo di fedeltà rilevando una disparità di trattamento. E così gli esponenti della comunità Lgbt hanno cominciato ad ironizzare in qualche maniera, parlando di corna legali, dato che non sussiste un obbligo di fedeltà (che si potrebbe interpretare comunque in vari modi).