Sono sempre più numerose le persone che si adattano alla nuova tendenza “cruelity free”. Sarà perché sostengono un compromesso etico e salutare contrapposto allo stile di vita di una società abituata al consumismo massiccio o lo fanno semplicemente perché oggi il bio è di tendenza?
In tanti utilizzano questa pratica alimentare perché ispirati dal desiderio di migliorare la propria salute, preservare l’ambiente e proteggere gli animali da danni e dallo sfruttamento.
La parola “veganismo” promuove lo sviluppo e l’utilizzo di alternative alimentari non animali a beneficio di persone e ambiente. In termini dietetici, il veganesimo denota la pratica di escludere tutti i prodotti derivati interamente o anche solo in parte da animali. In parole povere niente carne, pesce, latticini, uova… ma cereali, verdure, legumi e frutta.
Secondo il Rapporto Meat Atlas 2014, negli Stati Uniti i vegani sono il 2 per cento della popolazione, mentre in Gran Bretagna, per la Vegan Society di Londra, i vegani sarebbero 150 mila. In Italia, i vegani stimati sono il 7,1% della popolazione.
Dal punto di vista salutare, varie ricerche hanno dimostrato che i vegani hanno una percentuale più bassa di malattie e una vita più lunga dovuta proprio all’alimentazione basata su vegetali e non al consumo di carne.
Ma la scelta del tipo e della qualità di “carburante” che si vuol dare al motore per il proprio organismo spetta a ciascuno di noi. Infatti come si suol dire: “siamo ciò che mangiamo”!
Pertanto, in un mondo globalizzato, multietnico, cosmopolita, sta solo al proprio libero arbitrio scegliere quale sapore deve avere la salute.
Essere vegani non implica rinunce ma offre un’ottima alternativa alimentare, migliore dal punto di vista salutare e migliore dal punto di vista umano garantendo, inoltre, il rispetto degli animali e del loro diritto alla vita.
Provare non costa nulla. Anzi, potrebbe aiutarci ad accrescere la nostra cultura alimentare.